Come Scegliere i Prestito Senza Busta Paga più Convenienti Online

In questa guida spieghiamo come scegliere un prestito senza busta paga e quali sono gli elementi più importanti da considerare.

La scelta di un prestito è importante per chi ha bisogno di liquidità, perché non sempre si contraggono i finanziamenti effettivamente più convenienti. Per prima cosa, s consiglia sempre di farsi un giro in rete. Grazie a diversi siti comparatori, è possibile avere un confronto immediato tra le diverse opzioni. In genere, i risultati vengono ordinati sulla base del TAEG e del TAN, in funzione crescente rispetto ai costi. E’così possibile verificare la rata mensile e la durata di un prestito, semplicemente inserendo negli appositi spazi la cifra che si richiede e magari la durata preferibile dell’ammortamento.

come scegliere i prestiti

Questo, però, deve essere solo il primo passo. A meno che tu non voglia richiedere un finanziamento online, bisogna anche recarsi presso più banche e agenzie finanziarie, evitando di visitare solo gli sportelli più vicini a casa, perché non è detto che siano quelli che propongono le offerte migliori.

I costo più basso per un finanziamento si deduce dal tasso. Il TAN o Tasso Annuo Effettivo misura l’interesse percentuale anno applicato dalla banca o dalla finanziaria. Per quanto sia orientativamente un indice abbastanza credibile del costo, esso non fornisce l’idea dell’onere effettivo che bisognerà sostenere per contrarre il finanziamento. Infatti, a tale proposito è opportuno fare riferimento al TAEG o Tasso Annuo Effettivo Globale, un indice che include oltre al TAN anche tutte le altre spese, come quelle di istruttoria, di incasso della rata, di perizia, di invio della rata a domicilio, assicurative, etc.

Poiché i costi diversi dal TAN sono generalmente fissi, nel senso che restano tali, quale che sia l’importo del prestito erogato (esempio: sono richiesti 100 euro per le spese di istruttoria, sia che il finanziamento ammonta a 1000 euro, sia che esso ammonti a 30.000 euro), la distanza tra TAEG e TAN tende a diminuire al crescere dell’importo finanziato, mentre per i prestiti di bassa entità i due indici sono spesso molto differenti, cioè il TAEG può anche risultare notevolmente superiore al TAN.

Dunque, la regola fondamentale per scegliere bene un prestito è fare riferimento sia al TAN che al TAEG, ma non fermarsi nemmeno a quest’ultimo. Infatti, la banca o la società finanziaria potrebbe spesso nemmeno sottolineare a voce (ma è obbligatorio segnalarlo sul contratto) che la copertura assicurativa possa essere facoltativa. In sostanza, all’atto di contrazione del prestito, si potrebbe pagare senza saperlo una polizza che copra dal rischio morte o disoccupazione del debitore, pari a una percentuale della cifra erogata. Nel caso di rischio morte, il costo dell’assicurazione sale vertiginosamente al crescere dell’età del contraente, specie superata la fascia di età di 65-70 anni, proprio perché è statisticamente più probabile il caso morte.

Se si vuole evitare un tale costo, confidando sempre nella buona sorte, è possibile fare depennare la polizza dalle voci di spesa del finanziamento, anche se alcuni prodotti potrebbero essere erogati solo se coperti dai rischi. In un solo colpo ci saremmo eliminati una spesa. Su un finanziamento di 10.000 euro, ad esempio, potremmo avere risparmiato 300-400 euro.

Altro aspetto da prendere in considerazione è l’importo della rata periodica, generalmente mensile. A volte, a parità di TAN e TAEG, esistono alcuni prestiti più flessibili nell’ammortamento, nel senso che consentono di spalmare il rimborso e i relativi interessi su un periodo più lungo, di fatto abbassando la rata. Attenzione, però: nella maggior parte dei casi si ha sì la possibilità di allungare la durata dell’ammortamento, ma il TAEG potrebbe risultare superiore, perché l’istituto applicherà un interesse maggiore su scadenze più lunghe. Diremmo che dovremmo scegliere il mix ideale tra rata e durata, con un occhio di attenzione ai costi. Allo stesso tempo, va detto che le banche e le finanziarie non vedono di buon occhio periodi di ammortamento molto brevi, perché ciò potrebbe scatenare crisi di liquidità a carico del cliente. Infatti, a grandi linee potremmo affermare che il creditore farà sempre in modo che la rata mensile non superi il 30% del reddito netto del cliente, in modo che il prestito sia sostenibile. Ciò potrebbe implicare un allungamento dell’ammortamento, rispetto ai nostri piani.

Una voce interessante per capire se un prestito sia conveniente o meno è la richiesta delle garanzie. Oltre alla busta paga (o in assenza di essa), l’istituto potrebbe sollecitare l’esibizione di una garanzia reale o personale, cioè l’iscrizione dell’ipoteca su un immobile di proprietà o la firma di un garante (“fideiussore”), che condivide in toto l’onere di assolvere al rimborso integrale del debito contratto.

In presenza di una garanzia di questo tipo, le banche o le finanziarie potrebbero essere più disponibili ad erogare un prestito o queste potrebbero rivelarsi anche l’unico modo per avere liquidità. Tuttavia, anche verificando un possibile miglioramento delle condizioni contrattuali, tali garanzie implicano sempre un costo implicito, un rischio: o di perdere l’immobile ipotecato, qualora si risulti inadempienti, o di gravare su terzi. Prima di ipotecare una casa o di spingere un genitore o un amico a fare da garante per noi, quindi, bisogna rifletterci sopra. A parità di tutto il resto, meglio contrarre certamente un finanziamento senza le richieste di garanzie ulteriori a quella della busta paga o del reddito.