Piano di Ammortamento dei Prestiti Senza Busta Paga

In questa guida spieghiamo come funziona il piano di ammortamento dei prestiti senza busta paga.

Il prestito è l’erogazione di denaro a titolo oneroso che una banca o una società finanziaria ci offre dietro compenso. Quest’ultimo si chiama interesse e remunera il creditore per l’operazione e per il rischio insito in essa.

Pertanto, quando si ottiene un finanziamento, si è tenuti non solo a rimborsare la cifra ricevuta, ma anche gli interessi, che sono in funzione del tempo e della somma ottenuta. Tuttavia, nella pratica bancaria ormai consolidata da secoli, il prestito non viene mai o quasi mai rimborsato in un’unica soluzione, bensì in tante rate periodiche, ciascuna delle quali include gli interessi, oltre al rimborso del capitale al creditore.

Ne consegue, quindi, che un finanziamento viene rimborsato attraverso un cosiddetto piano di ammortamento, che altro non è che la tecnica con la quale un prestito viene restituito gradualmente al creditore, inclusa la remunerazione per l’operazione di credito.

Un piano di ammortamento si basa su due elementi-chiave: la durata del rimborso, espresso generalmente in mesi e il tasso di interesse applicato. Conosciuti questi due elementi si può determinare l’importo della rata (mensile, trimestrale, semestrale, annua, etc.).

Esempio, ricevo un finanziamento di 10.000 euro al tasso dell’8% e da rimborsare in 60 mesi. Ciò significa che dovrò restituire il prestito di 10.000 euro in 5 anni, attraverso il pagamento di 60 rate mensili, ciascuna delle quali contenenti anche gli interessi.

In genere, le rate sono tutte di uguale importo (diverso è il caso dei prestiti a tasso variabile, legati all’andamento dei tassi di mercato), anche se formalmente varia la composizione. Le prime rate sono formate da un’elevata percentuale di interessi, che gravano su un prestito ancora quasi del tutto da rimborsare, e da una bassa percentuale di capitale. Le ultime rate, al contrario, sono composte da pochi interessi ed elevato capitale, visto che abbiamo già quasi interamente estinto il debito e che, quindi, gli interessi graveranno su una quota di finanziamento residuo basso.

Il calcolo degli interessi è, però, meno immediato di quel che appare. Oltre al tasso applicato dal creditore, bisogna anche tenere in considerazione le spese relative all’erogazione del finanziamento, ovvero quelle di istruttoria, di invio delle rate a domicilio, di incasso della rata, di perizia, di assicurazione, etc.

Poiché queste spese aggiuntive sono, in genere, fisse, non variando in rapporto al prestito erogato, tendono ad incidere maggiormente sui finanziamenti di minore importo. Risulta essere questa la ragione per cui il TAN (Tasso Annuo Netto) tende ad essere molto più basso del TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale), man mano che il prestito diventa più basso. Il TAEG, infatti, a differenza del TAN, include tutti gli altri oneri, non solo l’interesse.